Gli errori più comuni in cucina

Ci cono delle cattive abitudini, quando si cucina in casa, che difficilmente si eliminano, anche perché non tutti possono conoscere certe regole, o buone pratiche, che solo con l’esperienza e lo studio si acquisiscono.

Così oggi voglio darti qualche suggerimento su alcuni dei piatti e dei cibi che più frequentemente siamo abituati a consumare in casa.

Errori nella conservazione della verdura

  • Tieni separate cipolle e patate: le cipolle emettono un gas che accelera il deterioramento delle patate, facendole germogliare. Conserva le patate in un luogo fresco, buio e asciutto e le cipolle dove abbiano una buona ventilazione.
  • Non mettere tutti gli ortaggi in frigo: i pomodori sono come la frutta, vanno tenuti sul bancone, perché le basse temperature li rendono magri, facendogli perdere sapore. Stesso discorso per il basilico fresco.

Errori nella cottura

  • Non cuocere il cibo in una padella fredda. L’ordine giusto è: scaldare la padella, scaldare l’olio, scaldare il cibo. Eviterai che verdure e carni si attacchino alla padella. In più ridurrai grasso e calorie.
  • Non affollare pentole e padelle. Il cibo, per rosolare e friggere, ha bisogno di spazio. Usa al limite 2 padelle, ma non tenere i pezzi di carne, patate, ecc., a stretto contatto.
  • Non aggiungere olio all’acqua della pasta: acqua e olio non si mescolano, lo sanno tutti. Se aggiungi olio all’acqua, quando scolerai la pasta, l’olio resterà attaccato, facendo scivolare il sugo quando la condirai.
  • Non aprire la porta del forno in continuazione. Controllare la cottura della carne è bene, ma se apri spesso la porta del forno, la temperatura scenderà e il cibo impiegherà più tempo per cuocere. Inoltre avrai una cottura irregolare, con parti meno cotte.

Questi sono piccoli errori, ma che fanno la differenza. Alcuni sono molto frequenti, come l’ultimo, ma anche gli errori su come conservare la verdura o riempire pentole e padelle all’inverosimile.

Basta un po’ di attenzione e vedrai che i tuoi piatti miglioreranno.

È meglio usare un tagliere di legno o di plastica?

Un tempo si usavano soltanto taglieri in legno in cucina, anche perché non era stata ancora inventata la plastica. Con l’avvento della plastica molti utensili in legno della cucina sono stati pian piano soppiantati da quelli realizzati con materie plastiche.

Oggi i taglieri di legno convivono con i taglieri di plastica. Alcuni sconsigliano l’uso di quelli in legno perché mantengono i batteri – infatti tra le fessure del legno possono restare dei residui di cibo, anche se minimi, che andranno a contaminare altri cibi – e, a differenza di quelli di plastica, non possiamo metterli a lavare nella lavastoviglie.

Il tagliere di plastica è davvero più igienico del tagliere di legno?

Sebbene il legno sia un materiale poroso e, come abbiamo appena detto, nelle sue fessure – che con l’usura saranno sempre più evidenti, marcate, profonde – può intrappolare residui organici che, dopo giorni, saranno pieni di batteri, mentre la plastica ha una superficie liscia e uniforme, non è detto che un tagliere di plastica sia sempre igienico, nonostante i lavaggi.

Anche un tagliere di plastica, con il tempo, a furia di tagliare cibo, mostrerà delle fessure, delle scanalature prodotte dai coltelli, impossibile da pulire perfettamente, anche in lavastoviglie.

Sostituisci il tagliere dopo un certo periodo

Se preferisci usare un tagliere di legno, scegline uno di legno duro, come l’acero o il faggio, perché non si fessurerà facilmente. Provvedi sempre a un’attenta pulizia, strofinalo con un olio minerale che impedisce a umidità e batteri di penetrare a fondo.

Applica la stessa cura al tagliere di plastica: lavalo sempre nella lavastoviglie o mano con acqua calda e sapone.

Su entrambi i taglieri osservane le scanalature e sostituiscili quando iniziano a presentarsi troppo fessurati.

È sempre meglio usare più taglieri

Se per il pranzo o la cena hai bisogno di tagliare carne, o pesce, e verdure o ortaggi e frutta, usa più taglieri. Non usare lo stesso tagliere per carne o pollame e per verdure o frutta, perché rischi una contaminazione di cibi.

Infatti, se con un tagliere tagli il pollo e usi lo stesso tagliere per tagliare dei pomodori, avrai una contaminazione incrociata, poiché trasferisci i batteri del pollo ai pomodori.

E tu che tipo di tagliere usi?

Come cucinare carne e pesce alla giusta temperatura

Per cucinare bene i cibi hai bisogno di uno strumento spesso sottovalutato: il timer. Un timer ti evita di bruciare i cibi, ma ha anche un‘altra utilità: a lungo andare imparerai i tempi di cottura per le tue ricette.

Perché è importante cucinare alla giusta temperatura la carne e il pesce? La risposta più ovvia è “per evitare di mangiarlo ancora crudo o troppo cotto”. Il petto di pollo, per esempio, alla temperatura ideale è tenero e succoso, ma se cotto troppo, si asciuga e diventa stopposo e duro.

La temperatura di cottura della carne

Ora ti do qualche indicazione per i gradi di cottura dei vati tipi di carne.

  • Pollame: quindi carni bianche, come pollo, tacchino, quaglie, oca, fagiano. Questa carne va cotta, altrimenti si rischiano contaminazioni da salmonella e altri batteri. La temperatura sicura per la cottura del pollame è di 75°.
  • Carne di manzo: se macinata per farne polpette, hamburger e salsicce, deve raggiungere una temperatura interna di 70°, più elevata della carne intera perché, macinandola, i batteri si diffondono ovunque. Le bistecche, invece, vanno cotte ad almeno 65°. Nel manzo si trova il batterio Escherichia coli, che può causare varie malattie.
  • Agnello e montone: la carne contiene agenti patogeni. I tempi di cottura, per la carne macinata e non, sono gli stessi della carne di manzo.
  • Carne di maiale: non mangiare carne di suino poco cotta o cruda, perché contiene il parassita Trichinella spiralis, che provoca la trichinosi. La carne di maiale va cotta a 65°. Se usi un precotto, la temperatura di sicurezza è di 75°. La pancetta può dirsi ben cotta quando diventa croccante.

La temperatura di cottura del pesce

E adesso veniamo al pesce. Qui dobbiamo fare diverse distinzioni, perché di solito nel termine “pesce” si includono anche i frutti di mare (molluschi) e i gamberi e le aragoste.

  • Salmone: inizia presto a perdere umidità, quindi per mantenerlo più umido e tenero cuocilo a una temperatura di 55° al massimo.
  • Aragosta: la temperatura giusta interna è di 60°, per averla tenera e succulenta.
  • Gamberetti: se li cuoci troppo, iniziano a restringersi e a diventare duri. La temperatura ideale è di 50°.
  • Capesante: proteine magre. Cuocile rapidamente a fuoco alto, insieme a olio o burro, a una temperatura di 55°, fin quando la polpa si fa opaca e soda.
  • Cozze, vongole e ostriche: cuocile finché non si apre il guscio.